Categoria: Contaminazioni
Freud o l’interpretazione dei sogni
Al Piccolo Teatro Strehler di Milano si sono appena concluse le repliche di “Freud o l’interpretazione dei sogni”. Un lavoro tratto da “L’interpretatore dei sogni” di Stefano Massini che, dopo la “Lehman Trilogy”, si conferma autore estremamente sensibile e acuto.
The PLACE
“Perché gli chiedi cose così orrende?”
“Perché c’è chi è disposto a farle”
L’ultimo film di Paolo Genovese è un adattamento cinematografico della serie televisiva statunitense The Booth at the End ed è interpretato da un cast di attori e attrici italiani straordinario. Non sono un critico cinematografico e quindi mi fermo qui con la descrizione. Quello che voglio invece condividere è la bellezza di questo film, il sapore e l’atmosfera ambigui e dark, l’intuizione degli sceneggiatori.
Vivian Maier – Le vite degli altri
Non molti anni fa venne pubblicata la notizia del ritrovamento di un cospicuo archivio fotografico e, conseguentemente, della fotografa che quel materiale aveva prodotto.
Si trattava di una donna sola, con una grande passione per la fotografia, vissuta senza agi e che per mantenersi aveva lavorato come bambinaia vivendo il più delle volte in una stanza presso le famiglie abbienti di New York e Chicago per le quali accudiva i figli.
La Maier nasce a New York nel 1926 da madre francese e padre di origini austriache. Quando i genitori si separano, lei è ancora molto piccola, la famiglia si smembra, il fratello viene affidato ai nonni paterni mentre lei resta con la mamma che trova ospitalità nel Bronx da un’amica appassionata di fotografia. Qui verosimilmente nasce la sua passione.
Deviazione per L’Aquila
Non ero mai stata a L’Aquila. Non mi era mai capitato di passare da quelle parti. Ancor meno dopo il 6 aprile 2009.
Avevo provato, come molti, dolore per il terremoto in sé come evento che arriva e spazza via tutto, ma anche e soprattutto per la devastazione avvenuta per cupidigia, ignoranza, grettezza, sciacallaggio. Per denaro. Mi riferisco ovviamente alle fondamenta di sabbia che, sgretolandosi, hanno sgretolato la vita di tanti ragazzi e delle persone che a quei ragazzi volevano bene.
HERNANDEZ ART GALLERY
Nell'ambito della terza edizione del premio Carlo Bonato Milella (Rivarolo Cavanese, 2013), Antonio D'Amico ha allestito una mostra a Milano, presso la Hernandez Art Gallery, con i quattro vincitori del premio, due artisti Under 30 e due Over 30.
Invitata all’evento, mi sono chiesta prima di tutto cosa avrei potuto dire ed è stato guardando i quadri esposti che ho trovato un fil rouge che ben si è intersecato con dei miei interessi. Io lavoro anche con i gruppi, li studio e lo studio dei gruppi porta poi ad allargarsi a guardare le istituzioni e la società Ecco allora ho guardato questi quadri e ho trovato una traccia, la tensione rappresentata da questi artisti è la stessa tensione che attanaglia ognuno di noi quando perdiamo di vista chi siamo, dove siamo e dove possiamo e vogliamo andare. E se mancano attorno a noi dei punti di riferimento ecco il disagio, il malessere. Il mal d’essere.
VALENTINA GRILLI
Quando ho visto per la prima volta un quadro di Valentina Grilli è stato sul catalogo di una mostra. Mi ha subito affascinato il mondo raffigurato. Mi sono trovata trasportata nelle stanze di una vecchia casa di campagna, una casa della memoria in cui una nonna, o forse una bisnonna, era detentrice narrante di storie di vita vissuta e di fiabe che alla fine si mischiavano, perdendosi in una terra senza confini in cui il cos’era sogno e cosa realtà si perdevano, realtà e storie tramandate intervenivano a modificare il racconto narrato.
SNAILS
Ho preso a prestito il lavoro di Gianluca Quaglia come base per poter interpretare i suoi stimoli alla luce della giornata che stavamo celebrando e nell’ambito del contesto nel quale eravamo (Rete Rosa, la violenza domestica, l’8 marzo). L’opera di Gianluca mi è servita come spunto perché lui, grazie alla sua sensibilità di artista, con l’installazione montata e proposta ci ha consegnato una sua interpretazione del mondo femminile e della violenza domestica.
Ho osservato gli ospiti entrare oggi nelle stanze dell’istallazione. Sembravano entrare tutti come camminando sulle uova, certo bisognava fare attenzione a dove posare i piedi, però c’era un che di timore, come se stessero entrando nella casa di qualcuno, meglio, negli ambiti segreti dell’intimità della casa o dell’animo di qualcuno.